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Condannati i Medici a risarcire per la Morte del Calciatore Morosini

L’episodio purtroppo è famoso anche per chi non segue il calcio del girone di serie B. Piermario Morosini, nell’aprile 2012, a soli 26 anni, durante una partita di calcio tra il Pescara e il Livorno si accascia a terra al 29’ del primo tempo e muore per un attacco cardiaco nello stadio Adriatico dello squadra abruzzese.

Milioni di spettatori assisti stono a tutte le operazioni che sono state, comunque, immediate. Purtroppo il giocatore non ce la fa e muore. Scattano subito le polemiche e le indagini perché sul campo erano presenti ben tre defibrillatori che, non si capisce il perché, non sono stati usati.

Erano stati indagati il medico del 118 di Pescara il medico sociale del Livorno e il medico del Pescara. Dopo ben sei anni dalla scomparsa di Morosini finalmente arriva il primo punto giudiziario.  Il giudice del tribunale monocratico di Pescara Laura D’Arcangelo ha pronunciato la sentenza condannando l’Asl di Pescara e la società Pescara Calcio al pagamento di una provvisionale di 150mila euro e ad un anno di reclusione Vito Molfese, il medico del 118 di Pescara, e a otto mesi Manlio Porcellini,  medico sociale del Livorno, e il medico del Pescara Ernesto Sabatini. Il giudice ha modificato le richieste del PM Gennaro Varone che aveva chiesto la condanna a due anni per Molfese e l’assoluzione, perché il fatto non costituisce reato, per Porcellini e Sabatini.

Come parte civile si era costituita la sorella del calciatore. Per il fatto aveva chiesto un risarcimento danni complessivo di 330mila euro.

Il tema principale su cui è gravitata la sentenza è stata la mancanza sull’uso dei defibrillatori (due erano in campo e un altro sull’ambulanza).

Come Riporta Repubblica Firenze “Il dottor Molfese è in colpa grave e inescusabile, il suo comportamento è fuori da ogni protocollo medico e vi è un’abdicazione dall’esercizio del ruolo e della competenza” ha detto il pm che ha poi continuato: “Aveva il dovere di intervenire, ha consentito allo spostamento sconsiderato di Morosini sulla barella e non ha proceduto all’utilizzo del defibrillatore? Non avremo mai la certezza che seguendo correttamente il protocollo si sarebbe salvata la vita di Morosini, ma è inaccettabile che quando esiste una chance chi ha il dovere di agire non agisca”.

“Non potrò mai dimenticare quello che è successo” ha detto nella dichiarazione spontanea poco prima del verdetto il medico del Livorno Manlio Porcellini. “È pietoso ricordare quanto avvenuto quando Morosini si sentì male, mi trovavo dietro la porta del Pescara perché avevo soccorso un altro giocatore e subito mi accorsi che era qualcosa di grave, per via del movimento innaturale compiuto dal giocatore. Mi precipitai in campo senza attendere il fischio dell’arbitro – ha proseguito il medico sociale del Livorno – e intervenni sul ragazzo che era rivolto a pancia in giù, iniziando un massaggio cardiaco”.
Pochi secondi dopo si creò un folto capannello di persone. “Arrivarono il medico del Pescara e poi altre persone – ricorda Porcellini – si sentivano tante voci, qualcuno mise una cannulla nella bocca di Morosini e pensai fossero arrivati gli addetti al soccorso”. Non ha reso dichiarazioni l’altro imputato presente in aula Vito Molfese, medico del 118, per cui il pm ha chiesto due anni.

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