Maxi Risarcimento di 360mila euro Malasanità
Maxi Risarcimento di 360mila euro Malasanità. Il tribunale di Roma, con la Sentenza n. 17977 dell’11.09.2015, ha stabilito che il Ministero della Salute deve risarcire 360.000 euro ad una signora di quarantadue anni di Latina, in provincia di Roma.
Nel 2009, a 36 anni, la giovane donna scopre di essere stata contagiata dal virus dell’epatite C. Per la signora sembra impossibile essere una vittima di questo tipo di malasanità: ha sempre condotto una vita morigerata, è sempre stata attenta a qualsiasi tipo di infezione. Non solo, da quando è bambina, per colpa di alcune gravi patologie deve sottoporsi ripetutamente a rigidi controlli sanitari e a frequenti analisi.
Viene però ricostruito che all’età di soli 9 anni, tra l’anno 1982 e l’anno 1983, venne sottoposta, all’Ospedale “Istituti Riuniti Rizzoli” di Bologna, a diverse trasfusioni di sangue.
Viene quindi riconosciuto un primo indennizzo tramite un assegno di circa 800 euro al mese per tutta la vita. Assegno previsto dalla legge n. 210/1992 per tutti i soggetti danneggiati da trasfusioni e vaccinazioni.
Con la sentenza dell’11.09.2015 a questo indennizzo si sommano anche i 360.000 euro riconosciuti dal Tribunale di Roma in cui, di nuovo, viene riconosciuto il nesso causale fra le trasfusioni e la conseguente patologia epatica.
Potrebbero esserci gli estremi per presentare anche un ricorso davanti la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per chiedere un ulteriore risarcimento dallo Stato Italiano per “per omessa informazione dei rischi infettivi ai trasfusi nel periodo a rischio anni ’60-’90 e per lite temeraria dello Stato”. Lo Stato infatti, in questo ed in casi simili, compare ugualmente in giudizio pretendendo di difendersi ben sapendo che però la causa è fondata e procurando in questo modo un danno ai cittadini che pagano per una sentenza inutile in quanto ovvia.