Responsabilità medica: qualcosa è cambiato. O forse no.Una nuova sentenza del Tribunale di Milano stravolge decenni di giurisprudenza.
Si è infatti stabilito che è ora compito del paziente provare la colpa del medico che si ritiene aver procurato un danno. Inoltre la prescrizione, cioè il tempo che ha a disposizione il paziente per agire in giudizio nel confronti del dottore, passa da 10 a 5 anni.
Questa è la sintesi di quella che è una sentenza rivoluzionaria che interpreta la “nuova” legge in materia, la legge Balduzzi, del 2012 e che se vogliamo limita la tutela del paziente.
Il tribunale di Milano configura la responsabilità del medico come “extracontrattuale da fatto illecito” e non più “contrattuale”.Prima infatti si applicava la teoria del “contatto sociale”. In pratica il danneggiato ora ha l’onere, più complesso, della prova di dimostrare tutti i fatti costitutivi dell’illecito extracontrattuale.
Rimane invece contrattuale, e quindi con la prescrizione di 10 anni e con la prova a carico non del paziente, la responsabilità della clinica o dell’ospedale.
Sempre interpretando la legge Balduzzi il tribunale di Brindisi, solo nel luglio scorso, sosteneva la tesi opposta rispetto a quello di Milano. Qui, infatti, il giudice si era disposto che la responsabilità medica fosse contrattuale favorendo in questo modo la parte lesa.
In pratica, per il momento, è possibile esperire una azione per responsabilità medica di tipo extracontrattuale da sola, o assieme a quella contrattuale.