Risarcimento Ponte Morandi. La Procura continua le indagini
Stanno continuando le indagini della Procura per risalire alle responsabilità sul crollo e al risarcimento Ponte Morandi e per procedere al risarcimento. La Procura sta ora cercando eventuali dialoghi importanti eventualmente cancellati su chat e messaggistiche varie. Subito dopo il crollo del ponte Morandi infatti qualche addetto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, durante le operazioni di sequestro compiute della Guardia di Finanza su computer, smartphone e documenti di dirigenti e funzionari, si è avvicinato chiedendo preoccupato se si potevano recuperare anche i messaggi cancellati da WhatsApp.
Inquinamento prove
La procura e la Guardia di Finanza indagano ora su possibili dati, immagini e testi che possono essere stati cancellati subito dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova. Si sta infatti procedendo a rintracciare messaggi cancellati da cellulari e apparecchiature elettroniche che sono stati sequestrati a funzionari e dirigenti della Società Autostrade. Sembra infatti che ci siano più che fondati sospetti che vi siano diversi insabbiamenti, depistaggi, e cose poco chiare. Tutto il lavoro porterà a scoprire di chi è la responsabilità del crollo del ponte Morandi avvenuto a Genova il 14 agosto che portò alla morte di 43 persone. Trovata la responsabilità di potrà finalmente parlare di Risarcimento per il crollo del Ponte Morandi.
Per poter ritrovare i messaggi che sono stati cancellati dai dispositivi si sta usando un programma che si chiama Ufed. Questo è un software israeliano che è in grado di decodificare e recuperare i file che sono stati cestinati da tutto il materiale che è stato sequestrato dalle forze di polizia.
Da qualche indiscrezione emerge che effettivamente sia stato rinvenuto del materiale interessante per l’inchiesta.
Si sta parlando quindi di un possibile inquinamento probatorio, come sostengono gli inquirenti.
Proprio ieri è stata iscritta nel registro degli indagati la 21ª persona. È un dirigente del Ministero che aveva il compito di vigilare sulle concessioni autostradali. Il nome di questo dirigente del Ministero sarebbe stato fatto da Bruno Santoro un funzionario della prima divisione che, interrogato dal pubblico ministero Massimo Terrile, ha sostenuto di non avere mai visto il progetto di retrofitting del Ponte Morandi che invece sarebbe stato visto dai colleghi della quarta divisione ovvero da questo nuovo indagato di cui ha fatto il nome.
Gli idagati
Tra le altre persone indagate ci sono l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci e il direttore del tronco di Genova Stefano Malignani. Tutti legati al Ministero delle Infrastrutture dei trasporti, alla Spea Engineering e alla Società Autostrade.
Cosa fare:
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