Sofferenza fetale ma non si procede con cesareo:
neonato con danni cerebrali e motori
In seguito alla denuncia dei genitori di un neonato, nato con diversi danni irreversibili cerebrali e motori, la Procura di Catania ha avviato un’inchiesta sull’episodio. Sicilia ancora protagonista di malasanità? Sembra infatti che ci siano, almeno secondo gli inquirenti, tutti i presupposti per un caso di cosiddetta mal practise. Due dottoresse del Santo Bambino infatti sono sotto indagini perché accusate di aver causato lesioni gravissime ad un neonato. Le lesioni sarebbero avvenute perché le dottoresse “per evitare di rimanere a lavorare oltre l’orario previsto” avrebbero omesso di eseguire un parto cesareo, nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale emersi dal tracciato.
L’accusa si spinge oltre, ritiene infatti che i medici in questione abbiano falsificato alcuni elementi per cercare di fare sembrare normale un esame medico della gestante che invece normale non era. Questo fatto ha mascherato la reale condizione della donna che, visti “i molteplici episodi di sofferenza fetale emersi” dalle analisi era invece da sottoporre con urgenza ad un parto cesareo. Cosa che però non è mai avvenuta.
Per ottenere questo scopo sembra che le due donne abbiano somministrato una dose di atropina alla partoriente. Inoltre le dottoresse non avrebbero informato i colleghi del turno successivo sulle condizioni reali della gestante. Tutto questo avrebbe prodotto il risultato di aver fatto nascere un neonato con lesioni gravissime.
I due medici per il momento sono stati sospesi dal servizio per 12 e 6 mesi.
Anche un terzo medico è stato sospeso per 4 mesi. Secondo la Procura di Catania, sebbene se fosse a conoscenza dell’operato delle colleghe, avrebbe praticato per due volte le cosiddette manovre di Kristeller nonostante un tracciato non rassicurante. Tali manovre sono però bandite dalle linee guida.
Altro aspetto da approfondire è come mai non sia stato con contattato in tempo utile il neonatologo. Forse, se questo medico fosse intervenuto prima, avrebbe potuto modificato l’esito degli eventi e evitare i danni irreversibili celebrali e motori al neonato (encefalopatia ipossico-ischemica, tetra paresi spastica, grave ritardo neuro psicomotorio, indebolimento del tronco neuroencefalico).
È stata aperta una ulteriore indagine sulla redazione delle cartelle cliniche. La Procura ritiene infatti possa essere “una prassi finalizzata ad occultare le prove di eventuali responsabilità mediche”.