Omicidio stradale nuovo reato ma con dubbi di efficacia
L’Italia deve ridurre il numero di incidenti automobilistici. Lo sostiene Bruxelles oramai da anni chiedendo al nostro Paese di ricorrere a misure più massicce per cercare di ovviare a questo importante problema. Le principali vittime ovviamente sono quelle più deboli: i pedoni ed i ciclisti. Mentre gli elementi che sono ritenuti essere quelli scatenanti sono la velocità, l’alcol ed la distrazione legata ai telefonini. Fino’ora per cercare di ridurre il numero di incidenti si è ricorso ai seguenti stratagemmi: i presidi “fisici” (dissuasori di velocità, i cosiddetti dossi, gli autovelox, i photored), le sanzioni amministrative e quelle penali.
I dossi funzionano perché il conducente è obbligato a rallentare altrimenti rovinerebbe il proprio autoveicolo. Le sanzioni amministrative, quando sono erogate da apparecchi automatici come gli autovelox (quando si supera la velocità o i photored quando si passa con il rosso, o gli occhi elettronici quando si entra nella ZTL sono assicurate) sono assicurate perché “automatiche” e quindi di nuovo il conducente, che sa dell’esistenza dell’apparecchio, diminuisce la velocità. Le sanzioni penali, invece, possono non essere altrettanto efficaci.
Da qualche settimana, oramai è risaputo, è in vigore il reato di omicidio stradale e di lesioni personali stradali, articoli 589 bis e 590 bis del codice penale, che prevede pene durissime “reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).” Se l’investitore si dimostra lucido e sobrio, ma la sua velocità di guida è il doppio del consentito, la pena va da 5 a 10 anni. In caso di omicidio multiplo, la pena può essere triplicata. È invece punito con la reclusione da 3 mesi a 3 anni chi procura lesioni permanenti guidando ubriaco o drogato. Finalmente è prevista automaticamente la revoca della patente in caso di condanna o patteggiamento, anche con la condizionale, per omicidio o lesioni stradali. La patente, nei casi più gravi, viene addirittura riconsegnata dopo 30 anni.
Con delle pene così inasprite il pericolo che chi abbia provocato un incidente con delle gravi conseguenze conscio del fatto di averlo provocato violando una norma del codice della “scappi” aumenta considerevolmente. Come sempre aumentare le pene serve relativamente: è fondamentale che ci siano gli organi competenti preposti a controllare che vengano rispettate le regole “prima” piuttosto che minacciare conseguenza pesantissime con articoli del codice penale a chi “dopo” abbia già provocato un dramma.