Malasanità in sala parto? Altro decesso donna incinta
Un’alta giovanissima donna, appena ventenne, è morta in seguito a un’emorragia dopo essersi sottoposta ad un intervento di aborto volontario.
È accaduto nell’ospedale di Napoli nel reparto di ginecologia dove, ovviamente, sono poi seguiti alcuni momenti di tensione quando i parenti della giovane hanno ricevuto la tragica notizia. È stato presentato anche un esposto alla polizia.
Il direttore del presidio dell’ospedale di Napoli afferma che sarà disposta un’inchiesta interna. La rianimazione dell’Ospedale ha già chiesto l’esecuzione di un’autopsia per poter ricostruire l’accaduto.
Finora si è potuto ricostruire che la paziente, durante l’esecuzione dell’intervento di aborto, ha avuto un’emorragia e le hanno somministrato una trasfusione con ben quattro sacche di plasma. A seguito dell’emorragia la donna ha avuto uno choc ipovolemico ed è morta. Gli accertamenti non hanno fatto però emergere l’esistenza di problemi dovuti all’intervento.
La Procura ha già disposto il sequestro della cartella clinica e l’ effettuazione dell’ autopsia.
Come si sa il ministero della Salute, a seguito delle 4 morti avvenute per episodi simile in 4 ospedali diversi, tutte a donne in gravidanza , ha disposto la creazione di un gruppo di “specialisti” con il compito di indagare sulla cause dei decessi. L’analisi delle indagini ha portato ad evidenziare che ci sono criticità in tre ospedali su quattro tra quelli analizzati. L’ospedale Sant’Anna di Torino è invece stato “assolto”: si è stabilito che la morte della donna è dovuta ad una rara complicazione.
Bisogna infatti ricordare che non esiste un parto a rischio zero. Come per tutti gli interventi ci sono sempre dei rischi dovuti alle complicazioni, eventi cioè che si verificano non per colpa del medico, dell’infermiere o della struttura e come tali non riconducibili alla responsabilità di alcuno e non sono ricomprendibili nella categoria della malasanità.
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