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Risarcimento salute malasanità

Prescrizione Malasanità: la rabbia

Ben otto medici non sono stati condannati, nonostante le prove a loro sfavore raccolte dal CTU, perché il reato si è estinto a causa di prescrizione.

Ad Olbia infatti 8 medici erano indagati per non aver riconosciuto dei sintomi precisi, nonostante le precise indicazioni dei referti di diversi macchinari, ed essersi accaniti su un’altra diagnosi portando il cliente ad un decesso che si poteva benissimo evitare.

La Procura della Repubblica ha disposto una necroscopia che attesta, tramite la perizia medico legale redatta dai consulenti tecnici di ufficio nominati dal Giudice per le Indagini Preliminari, e dei chiarimenti resi in sede di incidente probatorio, che il decesso sia avvenuto per “una occlusione intestinale da strangolamento delle anse intestinali erniate nell’emitorace destro, con conseguente rottura, perforazione intestinale e shock settico terminale”. Gli otto medici non hanno rilevato il problema presentato dal paziente in ben 12 giorni. Ovvero il tempo che il paziente è rimasto in cura ricoverato presso il reparto di Rianimazione dell’Ospedale Civile di Olbia.

Il Ctu (il consulente tecnico di ufficio nominato dal giudice) ha dimostrato che i medici si sono resi colpevoli di negligenza, imperizia e imprudenza, per essersi ostinati a formulare una diagnosi errata nonostante gli esami strumentali (una risonanza dell’addome, una tac del torace e una ecografia addominale) dessero altre informazioni e cioè uno spostamento anomalo di anse dell’ileo, del fegato e dell’intestino tenue attraverso un “buco” largo ben 10 centimetri.

Si sarebbe dovuto intervenire rapidamente con un intervento per riportare le anse intestinali nella cavità addominale e liberarle dallo strangolamento, cosa che non è stata fatta.

Purtroppo sono trascorsi più di 7 anni da quando è incominciato il processo e si è giunti alla prescrizione del reato. Ai medici è stata inflitta nessuna pena e alla fine non hanno nemmeno chiesto scusa ai familiari.

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